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di Giuseppe Longo
Ultimo giorno dell’anno e per il credente è il momento del Te Deum, anche a Grado. L’antichissimo inno di ringraziamento sarà cantato questa sera nella Basilica di Sant’Eufemia, ma non con la melodia ovunque in uso, bensì con quella patriarchina che attinge alla ricca storia religiosa dell’Isola. Domani invece, Capodanno, sarà celebrata la solennità della Santa Madre di Dio unitamente alla Giornata mondiale della pace che fu istituita da San Paolo VI 57 anni fa. Poi, restano soltanto i tradizionali riti epifanici e il lungo ciclo natalizio, che era cominciato con la novena successiva all’Immacolata Concezione, giungerà a termine. Ma che nella ricorrenza della Natività aveva avuto il suo apice.
Nella Notte Santa, monsignor Paolo Nutarelli, proprio in virtù dell’importante celebrazione, aveva pronunciato un’omelia che aveva toccato vari punti della vita isolana, sia prettamente religiosi sia riguardanti lo scorrere civile nell’esistenza della comunità. «Anche quest’anno – ha detto l’arciprete – ci troviamo insieme a celebrare il Santo Natale di Nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo lasciato le nostre case e, sfidando il freddo, viviamo questa Messa nella Notte. Spesso mi domando che senso abbia festeggiare il Natale, così come le altre feste, specialmente quelle religiose, così messe in discussione nel nostro mondo contemporaneo». Il celebrante si è infatti subito collegato all’attualità: «In questi giorni, ma ormai da anni – ha osservato -, sentiamo le cose più varie… Da chi vuole tacere il motivo profondo di questa Festa… a chi, per un concetto sbagliato di laicità, sostituisce la parola “Gesù” con “Cucu”. E ogni qualvolta si tocca questa Festa nascono battaglie, ideologie, che non servono a niente, se non ad esacerbare gli animi».
«Sono persuaso e convinto – ha riflettuto don Paolo – che Natale non serve a Dio, non aumenta la sua popolarità, i suoi like. Per cui se Natale non serve a Dio, beh allora serve a noi. Quindi, via le polemiche di questi giorni e settimane, via le battaglie ideologiche, se oggi siamo qui e perché c’è un desiderio del cuore». E ancora: «Gesù è nato è per insegnarci a vivere da donne e uomini veri. Seguendo Lui, l’uomo si fa più uomo! Potremmo dire che Gesù è nato non per fondare una nuova religione (il Cristianesimo), ma per fondare un nuovo Umanesimo!».
Monsignor Nutarelli ha proposto anche una riflessione sul momento che sta vivendo il Comune isolano dopo la caduta della Giunta, con l’ormai prossimo avvio delle trattative politiche per giungere alle elezioni amministrative di primavera. «Venerdì sera – ha detto il parroco – il commissario di Grado, dottor Augusto Viola, ci ha raccontato che il suo servizio qui in mezzo a noi è a tempo ed è contento perché dopo la pensione (meritata) improvvisamente ha trovato uno scopo, un obiettivo che non solo lo gratifica moralmente e personalmente, ma sente di fare una cosa bella per la collettività. Queste parole, le raccolgo, e mi permetto regalarle a tutti. Lasciamo una traccia di bello nella vita degli altri». E qui il sacerdote “gradese fra i suoi gradesi” si è collegato al concetto di «bene comune», quello che il credente riscopre proprio con il Natale. Anche perché – ha puntualizzato – «ne abbiamo bisogno a 360 gradi. Abbiamo bisogno di persone che si spendano per il bene comune, non per il proprio tornaconto, ma per far crescere il senso di solidarietà tra le persone e proteggere le nostre radici».
Ed ecco altri importanti riferimenti alla realtà cittadina. «In queste settimane – ha osservato monsignore – abbiamo inaugurato il Museo della Pesca e della Civiltà Lagunare. Se tutto andrà bene, riusciremo ad inaugurare il Museo del Tesoro e della storia di Grado. Ma la nostra identità si trasmette non solo con i musei, ma investendo energie e potenzialità nelle relazioni, nella cultura a 360 gradi, nelle nuove generazioni”. E per il celebrante, certo di interpretare il sentimento popolare, c’è stata anche una punta di amarezza. “Quanto mi dispiace che il nostro Istituto Comprensivo Scolastico “Marco Polo” il prossimo anno sarà accorpato con realtà lontane da noi e dalla nostra identità. Avere persone che hanno a cuore il bene comune significa cercare soluzioni per la crescita integrale delle persone (chiedo scusa, ma è una cosa che come parroco mi pesa)». Ma ha concluso con un motivo di speranza, quella che sgorga proprio dalla nascita alla vita terrena del Salvatore: «La gioia del Natale del Signore Gesù ci induca, quindi, a misurarci con i problemi del nostro tempo, a sporcarci le mani per costruire un mondo più giusto e fraterno, soprattutto nella nostra Isola, senza scoraggiarci (parlo per me) quando i nostri sforzi sembrano vani. E sapete perché? Perché Colui che ha preso la nostra carne cammina con noi e ci sostiene con la forza del suo amore. Ieri, oggi e sempre».
E nell’odierno numero di “Insieme” – il foglio informativo settimanale della Parrocchia arcipretale di Sant’Eufemia -, proprio in considerazione del fatto che siamo giunti alla fine dell’anno e che domani comincia quello nuovo, monsignor Nutarelli ha sentito il bisogno di rivolgere un grazie sentito «alle persone che hanno accompagnato gli auguri natalizi con un’offerta
per le attività educative e caritative della nostra Comunità Parrocchiale: il sogno Spes (la ristrutturazione del Ricreatorio costruito da monsignor Silvano Fain, ndr) sta prendendo forma e questo è possibile per la generosità di tante persone”. Ma la sua riconoscenza si è estesa anche “a chi fa delle nostre Chiese dei luoghi sempre più accoglienti: è una
grande benedizione poter contare su tante persone che, con spirito di dedizione, gratuità e competenza, collaborano per il bene della Parrocchia a tutti i livelli; a chi, durante tutto l’anno, tiene aperto l’ufficio parrocchiale; a chi segue l’amministrazione della Parrocchia, studiando di notte tutte le leggi per “fare le cose in modo corretto ed ordinato”; a chi cura i fiori, il canto, la preghiera, la proclamazione della Parola rendendo significative le nostre liturgie”. E ancora un grazie “a chi spende il proprio tempo libero per far crescere nelle persone il
senso di appartenenza alla Comunità Cristiana vivendo il Volontariato verso le persone in difficoltà e fragili; a chi si mette a servizio dei più piccoli nell’educazione ed animazione.
A tutte queste persone: Grazie!».
Ma torniamo all’odierna celebrazione del Te Deum. «La fine di un anno civile – ha osservato, infine, monsignor Paolo Nutarelli – ricorda a ciascuno che la storia umana è guidata da Dio: da Lui ogni azione ha inizio ed in Lui ha il suo compimento. Pertanto, occorre rendere grazie al Padre per i doni ricevuti ed elevare una supplica per il nuovo anno che sta per iniziare, una nuova vita che ogni mattina spunta all’alba e che è dono di Dio. Non c’è modo migliore di concludere un’azione umana, se non quello di sostare in preghiera».
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In copertina, monsignor Paolo Nutarelli alla deposizione del Bambino nella solennità del Natale; all’interno, l’arciprete durante la celebrazione della Notte Santa in Basilica, la Natività nel presepe e la stupenda Isola di Grado.