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di Giuseppe Longo
GRADO – Monsignor Silvano Fain amava molto la musica di Mozart e avrà sicuramente gradito, dal Cielo, la Messa da Requiem che la sua Grado ha voluto dedicargli nel 25° anniversario della scomparsa. L’indimenticato arciprete morì infatti, settantasettenne, il 19 settembre 1998 interrompendo, improvvisamente, un fecondo apostolato che era cominciato nel 1957, quando arrivò dalle sue amate colline di Cormons. Gremita la Basilica di Sant’Eufemia – che l’ha visto instancabile pastore per oltre quarant’anni! – al concerto serale, onorato anche della presenza dell’arcivescovo di Gorizia Carlo Redaelli, come pure a quello pomeridiano che aveva rappresentato una sorta di “prova generale”, ma che era servito, come da previsioni, ad accontentare un numero maggiore di persone fra quelle che avrebbero desiderato ascoltare la solenne e preziosa pagina mozartiana, ma anche rendere omaggio, nel contempo, alla memoria del defunto parroco, la cui immagine mitrata (un privilegio per gli arcipreti dell’Isola legato al passato patriarcale) accoglieva chi entrava in Chiesa.
Tutti i protagonisti della serata.
Monsignor Nutarelli e il maestro Tortora.
Tognon mentre legge Biagio Marin.
Protagonisti della stupenda serata Coro e Orchestra Città di Grado che Giorgio Tortora, con un impegno non da poco, è riuscito a mettere insieme in breve tempo dopo aver deciso con il parroco Paolo Nutarelli, nel febbraio scorso, che sarebbe stato opportuno organizzare qualcosa di importante per ricordare don Silvano a un quarto di secolo dalla morte. E così è stato, tanto che il grande impegno è stato “ripagato” da un successo così esaltante che rimarrà nella storia di “Musica a 4 Stelle”, la stagione concertistica che dà tono culturale, non comune, a ogni estate turistica gradese. Emozionato monsignor Nutarelli, cresciuto alla “scuola” dello storico arciprete, che ha portato un saluto prima del concerto, tratteggiando la figura dell’illuminato predecessore, ma non da meno il maestro Tortora che ha illustrato – con una piccola lezione di musica sacra – lo stupendo Requiem che il Genio di Salisburgo compose nel 1791, ma che non riuscì a completare, essendone sopraggiunta la morte ad appena 35 anni! Un’opera che si incaricò di portare a termine il suo allievo prediletto Franz Xaver Süßmayr, il quale cercò di interpretare come l’avrebbe probabilmente chiusa il Maestro.
Le quattro voci soliste.
Dopo la lettura, da parte di Leonardo Tognon, delle bellissime parole con cui il poeta Biagio Marin descrisse l’arrivo di monsignor Fain nell’Isola in quel lontano 1957, la parola è quindi passata alla formazione corale-orchestrale guidata per l’occasione da Igor Zobin – direttore del coro Elia Macrì – che ha emozionato fin dalle prime battute la foltissima platea, quando un sereno preludio strumentale ha introdotto l’attacco vocale della composizione che comincia proprio con “Requiem aeternam…”, seguito dal ritmo incalzante e veloce del Kyrie. Quindi, il tono grave, maestoso e coinvolgente, ma anche dolce e riflessivo, del Dies irae, per continuare con i delicatissimi brani dell’Offertorio, del Sanctus-Benedictus e dell’Agnus Dei, per arrivare infine al Lux aeterna che in un crescendo di voci e strumenti ha accompagnato alla struggente conclusione della Messa di requiem in Re minore K 626 che rappresentò una sorta di “testamento spirituale” di Wolfgang Amadeus Mozart. Un’opera per la quale coro e orchestra, ma anche gli applauditissimi solisti – il soprano Marja Peltelin Zobin, il contralto Anna Katarzyna Ir, il tenore Francesco Cortese e il basso Hektor Leka – hanno dato il massimo. E il grazie del pubblico è stato veramente grande.
Il concerto “ufficiale” della sera ha avuto anche il privilegio delle riprese da parte della Rai e della Televisione Slovena, oltre che di importanti presenze, a cominciare appunto dall’arcivescovo Redaelli, ma anche, tra le altre, del sindaco Claudio Kovatsch, del consigliere regionale Diego Bernardis e di Roberto Marin, già primo cittadino e presidente della Git, l’azienda turistica di Grado.
Un settore del foltissimo pubblico.
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In copertina, il momento conclusivo del concerto tra gli scroscianti applausi.