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Con un appello urgente e necessario alla speranza, la virtù teologale che assieme a carità e fede costituirà i tre ambiti tematici del nuovo triennio, è ai nastri di partenza la 32ma edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra promosso da Presenza e Cultura in collaborazione con Centro Iniziative Culturali Pordenone, Casa dello Studente Antonio Zanussi Pordenone, Ministero della Cultura, Assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia. E inoltre con Promoturismo Fvg, Comune di Pordenone e Fondazione Friuli. «Il festival internazionale di Musica Sacra ha la prerogativa di unire le religioni e superare quelle incomprensioni che poi sfociano nei drammi a cui purtroppo stiamo ancora assistendo. La finalità di cui la musica sacra si fa portatrice è dunque di stringente attualità». È il messaggio che il vicegovernatore della Regione Fvg con delega alla Cultura, Mario Anzil, ha voluto portare alla presentazione della importante manifestazione. «Il festival si compone di concerti ed eventi di altissimo livello con cui divulga un messaggio di speranza e di dialogo, di incontro tra culture differenti. Purtroppo, constatiamo come le religioni spesso diano all’uomo occasioni di scontro, mentre la spiritualità e la musica non hanno confini e favoriscono l’incontro in opposizione alle divisioni. La speranza è un dono che può attivare azioni di buona volontà, con intenti positivi. La Regione auspica che anche il festival contribuisca a questo obiettivo oltre che a quello di riconoscere Pordenone come capitale italiana della Cultura nel 2027», ha concluso l’esponente della Giunta Fedriga.

La presentazione con l’assessore Anzil.

“Caritas et Amor” è il macrotitolo del progetto triennale che prende avvio quest’anno, con un cartellone concertistico in programma dal 22 ottobre al 20 dicembre, dedicato alla speranza (nel 2024 tema sarà la carità, nel 2025 la fede). «Un triennio che iniziamo appunto con la Speranza proprio perché sentiamo più urgente e necessario l’appello a questa virtù, come fosse una dichiarazione e un auspicio: che il mondo trovi la forza per riprendere a credere nel futuro», spiegano Franco Calabretto ed Eddi De Nadai, direttori artistici del festival. «È un nuovo progetto di vasta portata, per il quale abbiamo prefigurato una precisa contestualizzazione teologica di quanto verrà poi declinato in musica», commenta monsignor Orioldo Marson, teologo e direttore di Casa Zanussi, che martedì 17 ottobre sarà relatore nella conferenza dedicata a “Le virtù teologali”. Sarà il primo di due incontri tematici inseriti nella programmazione, novità di questa edizione. Venerdì 3 novembre farà seguito una conferenza dedicata al canto bizantino di Sicilia e Grecia, incontro che precede e completa il concerto dell’Ensemble Kalophonia.

Se le due conferenze connotano di novità questa edizione della rassegna, perno centrale della manifestazione resteranno la musica e l’arte: nove i concerti che faranno risuonare il Duomo Concattedrale di San Marco a Pordenone, ai quali si aggiungono altri tre concerti in altre sedi, di cui uno ospitato sempre a Pordenone nell’auditorium dell’Istituto Vendramini e due recital organistici fuori città. Come di consueto, il festival di Musica Sacra si interseca con la programmazione delle Università della Terza Età di Pordenone, di Maniago e di Sacile, quest’anno con un evento pianistico (“Il Pianoforte Sacro”) che sarà proposto in triplice replica. Tre infine le mostre, a cura del Centro Iniziative Culturali Pordenone, che saranno curate e allestite a completamento del percorso musicale. Fra i motivi ispiratori del festival anche «i riferimenti a figure di santi o laici che hanno dedicato la loro vita e le loro opere a “Caritas et Amor: fra questi San Francesco e Madre Teresa di Calcutta – osservano ancora Calabretto e De Nadai -. Questa edizione vede inoltre come assoluta protagonista la voce e il repertorio corale, dalle Cantate di Bach ai canti sefarditi, dalla liturgia serbo ortodossa a quanto di essa rimane nel patrimonio popolare dell’Italia meridionale. Dalla Messa di Perosi dedicata a San Giovanni Bosco, alla contemporaneità enigmatica di Giacinto Scelsi».

Madre Teresa di Calcutta


Ad “illuminare” il Festival 2023 domenica 22 ottobre, alle 15.30, nel suo appuntamento inaugurale sarà il concerto “Star(e)s, sguardi di luci ed ombre” con Vikra, il coro da camera della Glasbena Matica di Trieste. La luce delle stelle metaforicamente rappresenta la Speranza che pervade l’oscurità dell’ombra: è dunque un messaggio di fiducia che attraversa le pagine musicali dal Rinascimento a oggi rappresentato in concerto dall’esecuzione della nuova partitura commissionata al compositore albanese Aulon Naci su testi, appunto, di Madre Teresa.
Seguiranno i due recital organistici (entrambi realizzati in collaborazione con il Festival Organistico Udinese): il primo si terrà a Codroipo giovedì 26 ottobre, alle 20.45, nel Duomo di Santa Maria Maggiore con il maestro spagnolo Josep Solé Coll, attuale primo organista della Basilica papale di San Pietro in Vaticano; il secondo si terrà il giorno successivo e avrà protagonista l’organista croato (vincitore del Grand Prix Bach al Concorso di Losanna e titolare nella Chiesa di San Marco a Zagabria) Pavao Mašić, alle 20.45 nella chiesa di Santa Maria e San Giuseppe a Rauscedo.

Riprendono, quindi, domenica 5 novembre (alle 15.30) i concerti ospitati in Duomo a Pordenone, con l’Ensemble Kalophonia diretto da Gerasimos Papadopoulos, in “Canti liturgici bizantini”. Verrà proposta una selezione di canti liturgici di due tradizioni sorelle, quella greca e quella siculo-albanese, con in aggiunta alcuni canti paraliturgici calabresi (appuntamento in collaborazione con l’Università di Catania – Dipartimento di Scienze Umanistiche, e AreaSud, coproduzione con i festival Alkantara e Zampognarea). Il concerto sarà preceduto venerdì 3 dalla conferenza introduttiva che avrà ospiti l’etnomusicologo Giuseppe Sanfratello (Università di Catania), il musicologo Amedeo Fera (Università KU Leuven Belgio).
Un’esplorazione del canto liturgico serbo ortodosso sarà proposta venerdì 10 novembre, alle 20.45, dalla Società Corale Ecclesiastica “Branko” di Niš, coro della Cattedrale della Santa Trinità, con protagonisti provenienti dalla penisola balcanica dove sopravvivono ancora oggi tensioni politiche e religiose.
Martedì 14 novembre alle 20.45, invece, sarà protagonista Eva Quartet, quartetto bulgaro impegnato in un repertorio devozionale, tra arcaismi, inflessioni popolari e nuove elaborazioni del ricco repertorio ispirato ai cicli della vita, nel concerto dal titolo “La Speranza è una bianca colomba”.
Sabato 18 novembre, alle 20.45, ci si sposterà poi nell’auditorium Vendramini di Pordenone per un appuntamento speciale dal titolo “Zariél – Le strade di polvere”, ensemble di voce, chitarra, contrabbasso, batteria e flauto, che darà voce a canti sefarditi in cui si raccontano – attraverso la musica – alcune vicende storiche dei popoli più significativi dell’area del Mediterraneo che dovettero mettersi in cammino per fuggire, lungo i così detti “viaggi della speranza”.
Appuntamento molto atteso quello del 24 novembre alle 20.45 con il Coro del Friuli Venezia Giulia e Orchestra San Marco di Pordenone su strumenti originali, diretti da Marco Berrini, dedicato alle Cantate di Bach. A Pordenone il Coro del Fvg festeggerà la centesima Cantata eseguita (l’ambizioso progetto è quello di eseguirle tutte 199), in un appuntamento impreziosito dagli interventi di don Alessio Geretti (recentemente nominato responsabile della Santa Sede per gli eventi d’arte del Giubileo 2025 e degli eventi preparatori).
Domenica 26 novembre, alle 15.30, il Guillou Consort diretto da Matteo Cesarotto, renderà omaggio alla figura di monsignor Lorenzo Perosi, uno dei maggiori compositori di musica sacra del XX secolo, proponendone la Missa Redemptionis dedicata a Pio XI ed eseguita per la prima volta nel 1934 per la cerimonia di canonizzazione di San Giovanni Bosco.

Il 1° dicembre, alle 20.45, l’Ensemble composto dai migliori allievi del nuovo Dipartimento di Musica Sacra dell’Accademia di Lubiana daranno avvio al progetto pluriennale di collaborazione con il Festival pordenonese nel concerto “Ero Cras: Canti gregoriani e musica d’Avvento”.
La tradizione bizantina riecheggerà nel concerto del 3 dicembre alle 15.30 con il Voxnova Italia in un programma circolare attraverso il mondo della teologia cristiana, della tradizione ebraica e dell’alchimia con un omaggio a Giacinto Scelsi.
All’approssimarsi del Natale, il 17 dicembre alle 15.30 si terrà il concerto “Altissimo, onnipotente, bon Signore” con il Coro in Dulci Jubilo e l’Orchestra I Filarmonici di Trento, che si incentrerà sulla produzione di due compositori trentini del Novecento, Monsignor Celestino Eccher e Padre Ottone Tonetti (in collaborazione con il Festival di Musica Sacra di Trento e Bolzano).
Triplice appuntamento con il recital pianistico del giovane talento albanese Kostadin Tashko che farà tappa all’Ute di Pordenone (venerdì 15 alle 15,30), di Maniago (sabato 16 alle 20,45) e di Sacile (martedì 19 alle 15,30). Tashko proporrà il repertorio pianistico ispirato al sacro cui Liszt e i romantici si sono dedicati, includendo anche la nuova composizione commissionata dal festival alla compositrice lombarda Rossella Spinosa. Il progetto pluriennale di collaborazione con i conservatori del Fvg verrà infatti declinato in questo triennio nel segno della ricerca sul repertorio pianistico sacro.
Chiude il cartellone della 32ma edizione del festival, il concerto dall’emblematico titolo “Veni Spes Mundi” del 20 dicembre alle 20.45 nel Duomo di San Marco con l’ensemble La Rossignol. Il Natale è la rinascita del Sole dalle tenebre nell’eterno ciclo della vita, simbolo di speranza e rinnovamento. Un percorso circolare, quello del festival, iniziato nel segno della luce metafora di speranza e che alla luce ritorna nell’appuntamento conclusivo.

Tre sono le mostre che completano il programma, due delle quali già inaugurate a settembre (“Dal grembo alla terra” al Centro Culturale Aldo Moro di Cordenons e la personale di Gianenrico Vendramin nella chiesa di San Lorenzo di San Vito al Tagliamento). A queste si aggiunge l’esposizione “Le parole spalancate” che sarà allestita nel Salone Abbaziale di Santa Maria in Silvis di Sesto al Reghena e verrà inaugurata sabato 2 dicembre alle 17 (rimarrà aperta fino al 14 gennaio). Quattro artisti del nostro territorio (Alimede, Casolo, Cordenos, Fadel) commentano con loro opere alcune poesie di quattro nostri poeti: Appi, Bartolini, Cantarutti, Pascutto. Intervento musicale di Alice Martina che all’arpa eseguirà musiche di Hindemith.

Per informazioni sul programma
www.musicapordenone.it

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In copertina, il campanile del Duomo Concattedrale di San Marco a Pordenone.

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