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di Giuseppe Longo
FERRARA – È ripartita con grande slancio l’attività espositiva a Palazzo dei Diamanti, uno dei gioielli dell’antica Ferrara, che s’incontra a poche centinaia di metri dal Castello degli Estensi. Lo storico edificio subito riconoscibile dal suggestivo muro bugnato era rimasto, infatti, con le porte sbarrate per un paio d’anni a causa di un complesso lavoro di restauro e di riqualificazione che gli ha donato un rinnovato splendore. Si è infatti da poche settimane conclusa l’affascinante mostra dedicata al Rinascimento ferrarese, che ne sono state già aperte altre due: una, “Incontri”, rende omaggio a Guido Harari e alla grande fotografia tornata protagonista dopo oltre quarant’anni nel palazzo testimone del glorioso passato della città; l’altra propone un’antologica dedicata ad Agostino Arrivabene, intitolata “Thesauros”, nome ispirato ai piccoli edifici che venivano offerti da città e popoli alle divinità nei santuari. Entrambi gli allestimenti sono visitabili da oggi al 1° ottobre.
Ma è proprio sulla bellissima mostra intitolata “Rinascimento a Ferrara”, visitata nelle ultime giornate della sua lunga apertura – avvenuta dal 18 febbraio al 19 giugno -, che vogliamo soffermarci. Perché si è trattato di un ricco percorso espositivo che ha richiamato l’attenzione su due grandi esponenti di quel fecondo periodo storico-artistico: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa. «Dotato di un incredibile talento compositivo, straordinario per qualità ed espressività emotiva, Ercole de’ Roberti (1450-1496) – informa una nota esplicativa utile a inquadrare i due artisti – si divise tra Ferrara e Bologna, per poi trascorrere l’ultimo decennio nella città di origine. Fu Lorenzo Costa (1460-1536) a raccogliere l’eredità di Ercole e a continuarne lo stile. Durante un lungo soggiorno a Bologna la sua pittura acquistò maggiore morbidezza, una classicità più distesa. Il mondo stava cambiando, Leonardo e Perugino imponevano una nuova “maniera”, che Costa comprese subito e della quale fu tra i maggiori interpreti, anche dopo il trasferimento a Mantova».
Ma i due grandi protagonisti della ricca rassegna erano stati affiancati da altri Maestri contemporanei, come il grande Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Niccolò dell’Arca e Marco Zoppo, per continuare con Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e il già citato Perugino. Ricca di oltre cento opere provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, la rassegna ha rappresentato un’occasione unica per mettere a fuoco l’arte dei due grandi pittori concittadini e, più in generale, la ricchezza del Rinascimento emiliano. Il merito di questo allestimento – curato da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli – va attribuito alla Fondazione Ferrara Arte e al Servizio Musei d’Arte del Comune estense, in collaborazione con la Direzione Generale Musei e la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura.
Nella grande mostra di Palazzo dei Diamanti si sono rispecchiati, dunque, gli anni d’oro di Ferrara, quando la città contava molto anche sulla scena artistica italiana. Un prestigio che raggiunse l’apice proprio con la casata d’Este, a metà del Quattrocento, quando si affermarono pittori che rispondono ai nomi appena richiamati, tra i quali un ruolo di primo piano ebbero proprio Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, anche se, prima di questa mostra, i due artisti erano sconosciuti ai più. Un itinerario, insomma, ricco e affascinante fatto non solo di quadri ma anche di sculture in vario materiale. « La stagione del Rinascimento – aveva osservato a suo tempo Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura ma anche presidente della stessa Fondazione Ferrara Arte – è ampia anche sul piano spaziale e investe l’intera Italia: da Venezia a Torino, a Napoli alla Sicilia. Tutti conoscono Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Giorgione, Tintoretto… che sono grandi Maestri. Tutta questa forza e presenza è in questo momento in Italia fortificata da mostre che si occupano tutte di Rinascimento, c’è la mostra di Carpaccio, non solo a Ferrara ma anche a Perugia, Cortona, Bologna o a Capodimonte. Una stagione così florida non c’è mai stata in Italia e nel mondo. Di queste la più preziosa per ricchezza di opere anche dai musei stranieri è quella di Ferrara».
Un vanto, dunque, per la città degli Estensi avere riaperto il prestigioso Palazzo dei Diamanti proprio con questa stupenda mostra sul Rinascimento locale. E che ora è rinnovato dalla grande fotografia di Guido Harari e dall’antologica di Agostino Arrivabene, esposizioni sulle quali avremo sicuramente l’occasione di ritornare prossimamente. Nell’attesa, però, sono doverosi i complimenti a Ferrara!
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In copertina e all’interno alcune immagini della bellissima mostra sul Rinascimento al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.